Lo sponsor di questo numero è Grafiche Bronca, azienda che dalla sua nascita nel 1972 ha sempre perseguito l’innovazione tecnologica con l’obiettivo di offrire prodotti di stampa allo stato dell’arte. Nel giugno 2020 l’azienda ha ottenuto la certificazione FSC: essa certifica che la carta utilizzata è stata prodotta nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità, dei diritti dei lavoratori e delle popolazioni locali.
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La moda sostenibile? Secondo questo report non esiste
Secondo un rapporto dell'organizzazione di difesa ambientale Stand.earth, 47 tra le più grandi aziende di moda stanno accelerando il cambiamento climatico emettendo gas serra lungo tutta la loro catena di fornitura. Nessuna di queste aziende risulta pronta a dimezzare le sue emissioni entro il 2030, obiettivo che è stato dichiarato fondamentale se vogliamo limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e scongiurare gli effetti catastrofici di un pianeta più caldo. Purtroppo anche i brand che intendono distinguersi per essere eco-compatibili, come Patagonia, Allbirds ed Eileen Fisher, sono ben lontani dal target, rafforzando l’opinione che la moda sostenibile non esiste.
"Negli ultimi anni, le aziende della moda hanno lanciato molti annunci di un loro impegno a migliorare la sostenibilità", afferma Muhannad Malas, attivista di Stand.earth che ha scritto questo rapporto. "Purtroppo però stiamo sentendo molto poco su ciò che l’industria della moda starebbe facendo per eliminare i combustibili fossili dalla sua catena di approvvigionamento".
Le Nazioni Unite hanno pubblicato in agosto un rapporto che sintetizza 14.000 studi precedenti e fornisce la sintesi a oggi più completa della scienza del cambiamento climatico. Le conclusioni sono state desolanti: i danni arrecati al pianeta dagli esseri umani sono così gravi che le temperature sono quasi certamente destinate ad aumentare di 1,5 gradi Celsius nei prossimi vent’anni. Se non saremo in grado di ridurre decisamente le emissioni di gas serra, il pianeta diventerà ancora più caldo, con sempre più frequenti ondate di calore e siccità potenzialmente letali e provocando l'estinzione di massa di specie animali e vegetali.
L'industria della moda ha un ruolo importante in questa crisi: gli esperti ritengono che il settore sia responsabile tra il 5% e l'8% di tutte le emissioni globali di gas serra. I loro impianti di produzione sono alimentati a carbone; fanno molto affidamento su fibre come poliestere e nylon, che derivano da combustibili fossili; e spediscono prodotti in tutto il mondo su navi che emettono gas serra.
Alcune aziende, negli ultimi anni, hanno proclamato il loro impegno a ridurre l’impronta ecologica di uffici e negozi o l’intenzione di abbandonare le fibre sintetiche a favore di quelle vegetali. Il problema è che circa l'80% delle emissioni di un'azienda di moda proviene dai propri impianti di produzione; un altro 10% proviene dalla spedizione.
In questo rapporto, Stand.earth ha creato una tabella in cui viene dato un voto a ciascuna delle 47 aziende di moda. Il marchio con il punteggio più alto è un piccolo marchio svizzero per l'outdoor chiamato Mammut, che ha comunque ottenuto un insufficiente B-, seguito da Nike, che ha ricevuto una C . Altre hanno fatto anche peggio. Gap, Inditex (che possiede Zara), Ralph Lauren, REI e Lululemon ottengono tutti delle D. La stragrande maggioranza delle aziende, da Everlane a Uniqlo, da Prada a Kering (che possiede marchi come Gucci e Alexander McQueen) hanno ottenuto F.
La sovrapproduzione è un altro dei motivi per cui l'industria della moda ha emissioni così importanti. I marchi producono enormi quantità di vestiti, che vendono a prezzi economici. Il settore sforna circa 80 miliardi di capi all'anno, per soli 8 miliardi di persone sul pianeta. Secondo Malas, la crescita del fast fashion è stata resa possibile dal fatto che i tessuti sintetici sono molto economici. Questo ha spinto i marchi a passare da materiali più costosi come cotone e seta a poliestere e nylon, che sono in gran parte derivati da combustibili fossili. Ciò ha reso i vestiti più accessibili per i consumatori, che hanno acquistato sempre più prodotti, alimentando così uno spreco di risorse e un aumento delle emissioni.
"Il primo passo che le aziende devono fare è impegnarsi a eliminare gradualmente i combustibili fossili entro il 2030", afferma Malas. "Questo darà al mercato il giusto segnale per stimolare l’innovazione necessaria lungo tutta la catena di approvvigionamento, compreso lo sviluppo di nuovi materiali. Questo impegno darà anche modo a consumatori e investitori di confrontare le aziende sulla base dell’obiettivo che si sono prefissate".
Alcune startup - anche in Italia - sono impegnate nella rivoluzione della moda sostenibile, ne abbiamo parlato in questo articolo.
Siamo nell’era esponenziale
Azeem Azhar, autore del recentissimo libro Exponential, sostiene che ad un certo punto tra il 2013 e il 2015, siamo entrati in quella che lui definisce l’Era Esponenziale. È un nuovo periodo della storia dell’umanità catalizzato dalla accelerazione tecnologica in quattro ampi domini: informatica, energia, biologia e produzione.
Azhar definisce tecnologie esponenziali quelle che crescono almeno del 10% su base composta per alcuni decenni. I quattro domini visti sopra contengono molte di tali tecnologie. Nel tempo tali tecnologie maturano dalla fase di ricerca a quella di uso comune, rendendo sempre più evidenti i loro effetti. Ad un certo punto della crescita, esse diventano molto potenti / molto economiche, a seconda di come si osservano.
Consideriamo ad esempio i primi transistor. Nel 1958 Fairchild Semiconductor vendette a IBM 100 transistor a 150 dollari ciascuno. Sessant'anni dopo, un transistor, incorporato in un chip, costava pochi miliardesimi di dollaro. E questi transistor erano più economici, più piccoli, più veloci e più efficienti dal punto di vista energetico rispetto ai loro antenati. Questo è un tipico fenomeno dell'Era Esponenziale.
Questi rapidi miglioramenti, tipici dell’Era Esponenziale – il cui rovescio della medaglia è una drastica diminuzione dei costi – ha enormi effetti sulla nostra economia. Si tratta di un vero e proprio cambiamento di stato, alla stregua di un liquido che passa alla fase gassosa.
Per l'Era Esponenziale, quella transizione di fase, arrivò secondo Azhar nel secondo decennio del ventunesimo secolo. E’ facile identificare la tecnologia precursore nell'informatica con i suoi incredibili semiconduttori, che ci hanno dato decenni di progressi secondo la Legge di Moore. Ma l'era esponenziale ci porta tecnologie da nuovi domini, lontani dal silicio, che mostrano tuttavia caratteristiche simili di accelerazione, incremento composto e crescente ubiquità.
Da allora gli esempi di tecnologie esponenziali si moltiplicano. Nel 2010, furono venduti 300 milioni di smartphone; nel 2015, le vendite annuali raggiunsero 1,5 miliardi di pezzi. Oggi più di metà dell’umanità possiede uno smartphone.
Tra il 2014 e il 2015, il costo medio globale per l'energia solare fotovoltaica è sceso al di sotto di quello del carbone. Il percorso delle energie rinnovabili in competizione con i combustibili fossili – su una base puramente economica – era già chiaro. Nel 2015, il costo per sequenziare un genoma umano ha iniziato ad avvicinarsi a 1000 $, quando l’anno prima era prossimo a 5000 $. Il sequenziamento del genoma stava diventando sufficientemente economico e il suo percorso verso l'ubiquità era segnato. E questi sono solo alcuni delle tecnologie esponenziali nei quattro domini che abbiamo individuato in precedenza.
L’impatto di tali tecnologie si fa sentire anche sui mercati. Nel 2011 per la prima volta da decenni, la più grande azienda del mondo non era una compagnia petrolifera: Apple ha battuto ExxonMobil per alcune settimane. A meno di un drastico cambiamento di rotta, Exxon è stata l'azienda più preziosa del mondo per l'ultima volta nel 2013. All'inizio del 2016, sei aziende basate su tecnologie digitali in sviluppo esponenziale – Apple, Tencent, Alphabet, Microsoft, Amazon e Facebook – erano tra le prime dieci più grandi al mondo. Il mondo del business è stato riscritto.
L'era esponenziale non riguarda semplicemente la tecnologia. Queste tecnologie accelerano e creano un divario tra il loro potenziale e il modo in cui funzionano le nostre società ed economie. Il divario esponenziale provoca increspature, rotture e rivoluzioni nei nostri modi di vivere.
D’altra parte, queste tecnologie non esistono indipendentemente dal contesto economico, politico o storico. Si nutrono della società e la società si nutre di loro, modellando la loro direzione.
L’era esponenziale è, infine, ciò che ha ispirato questa newsletter: spiegare le tecnologie esponenziali, come e perché migliorano continuamente e perché fatichiamo ad adeguarci al loro ritmo di sviluppo. Esplorare l’impatto sulla società e sul business in modo più ampio. E infine, stabilire alcuni principi di cui abbiamo bisogno per modellare le tecnologie a nostro vantaggio.
Anche la Scozia, dopo Islanda e Giappone, sta considerando la settimana lavorativa di 4 giorni
La Scozia sta considerando l’ipotesi di sperimentare una settimana lavorativa di 4 giorni, come era stato promesso durante la campagna elettorale dal Partito Nazionale Scozzese adesso al potere. I lavoratori avranno una riduzione di orario del 20% senza alcun taglio nella retribuzione. Il programma verrebbe finanziato con un fondo speciale di 10 milioni di sterline.
Secondo il governo, da un recente sondaggio in Scozia è emerso che l’80% dei partecipanti è molto favorevole all’idea, sostenendo anche che questo porterebbe a un miglioramento della loro salute fisica e mentale.
Questo modello di lavoro è sotto osservazione anche in altri paesi. La Spagna ha annunciato di voler condurre un programma pilota per una settimana lavorativa di quattro giorni. Il governo spagnolo ha accettato l’esperimento di una settimana lavorativa di 32 ore per tre anni senza tagliare le retribuzioni dei lavoratori. Il programma pilota, simile a quello che sta facendo la Scozia, prevede di azzerare l’onere per i datori di lavoro: il governo infatti provvederebbe a compensare la differenza di stipendio che subirebbe il lavoratore passando a una settimana lavorativa di quattro giorni.
Il Giappone sta seguendo l'esempio della Spagna e considera l'implementazione di una settimana lavorativa di quattro giorni. Questa iniziativa è tanto più sorprendente, data la cultura giapponese che incoraggia al lavoro frenetico con orari lunghissimi e vacanze quasi inesistenti. Il motivo di questo ripensamento, va ricercato probabilmente, negli innumerevoli casi di malattie gravi e morti dovute al superlavoro: il fenomeno è così diffuso che nella opinione pubblica viene usata una parola specifica, karōshi.
Recentemente, il deputato democratico americano Mark Takano ha proposto una legislazione che ridurrebbe la settimana lavorativa standard da 40 ore a 32 ore. In un comunicato stampa, a commento del suo atto legislativo, Takano ha affermato:
"Una settimana lavorativa più breve andrebbe a beneficio sia dei datori di lavoro che dei dipendenti. I programmi pilota condotti da diversi governi e aziende in tutto il mondo hanno dato risultati promettenti come l'aumento della produttività e il miglioramento dell'equilibrio tra lavoro e vita privata, minor necessità di prendere giorni di malattia, maggior soddisfazione dei lavoratori e minori spese di assistenza all'infanzia".
#Brevi
Batterie intercambiabili per gli scooter. E’ questo l’obiettivo dello Swappable batteries motorcycle consortium (SBMC), nato dall’accordo tra i quattro principali attori del mercato, in questo settore: Piaggio, Honda, Ktm e Yamaha.
L’idea è quella di favorire la transizione verso una mobilità urbana elettrificata e ottenere una gestione più sostenibile del ciclo di vita delle batterie, in linea con le politiche internazionali sul clima.
Il gasdotto Nord Stream 2 (il più lungo del mondo con i suoi 1230 Km) è stato completato e sarà ora possibile trasportare il gas naturale dalla Russia alla Germania per poi collegarlo alla rete di distribuzione dell’Unione Europea. Prima della costruzione di Nord Stream e Nord Stream 2 il trasporto del gas avveniva via terra attraversando Ucraina, Bielorussia e altri paesi dell’area. Adesso la Russia può servire il mercato occidentale senza utilizzare il gasdotto terrestre: questo rende strategicamente più deboli alcuni paesi della ex Unione Sovietica mettendo potenzialmente a rischio le loro forniture di gas. Il Post.
A Stoccarda dal 5 al 7 ottobre 2021 si terrà VISION, fiera di riferimento mondiale nel campo dell’elaborazione dell’immagine e della visione artificiale. E’ già annunciata la presenza di oltre 250 aziende che presenteranno le più recenti tendenze e innovazioni della tecnologia di visione artificiale.
La società norvegese Yara International ha creato quella che definisce la prima nave da carico autonoma a emissioni zero al mondo.
Se tutto andrà secondo i piani, la nave farà il suo primo viaggio tra due città norvegesi prima della fine dell'anno, con un equipaggio ridotto a bordo per testare i sistemi autonomi. Alla fine, tutti i movimenti saranno monitorati da tre centri di controllo dati onshore. L'industria marittima rappresenta attualmente tra il 2,5% e il 3% delle emissioni globali di gas serra, secondo l'Organizzazione marittima internazionale. CNN News.
Pedal Me è un servizio di bici cargo e passeggeri fondato a Londra nel 2017. Attualmente opera entro un raggio di 9 miglia dal centro di Londra (con l'opzione per viaggi più lunghi), utilizzando una flotta di 55 biciclette Urban Arrow e 45 dipendenti, coprendo 25.000 km ogni mese.
Pedal Me afferma di essere l'unico servizio di trasporto merci le cui biciclette possono trasportare, ad esempio, 50 pasti caldi o 150 Kg di bevande in una corsa, back to back nello stesso giorno mentre si muovono a una velocità media di 15 km / h nel centro di Londra. TNW News.
La Svezia ha consegnato la prima spedizione al mondo di acciaio prodotto senza l'uso di combustibili fossili, una pietra miliare sulla strada verso la riduzione delle emissioni di carbonio dall'industria.
Una spedizione di acciaio è stata consegnata al produttore svedese Volvo AB, ma quantità industriali del prodotto non saranno disponibili fino al 2026.
Mentre si enfatizza spesso il ruolo dei combustibili fossili nella produzione di elettricità, una ricerca pubblicata da Carbon Brief mostra che appena 553 impianti siderurgici convenzionali in tutto il mondo sono responsabili del 9% di tutte le emissioni di anidride carbonica, a causa delle grandi quantità di combustibili fossili, in particolare carbone da coke, utilizzati per produrre la lega. L'AIE prevede che la produzione di acciaio a livello globale crescerà di un terzo fino al 2050. Forbes.
#Ricerca
I robot morbidi guidati da fluidi pressurizzati potrebbero aprire nuove frontiere e interagire con oggetti delicati in modi che i robot rigidi tradizionali non possono fare. Ma costruire robot completamente morbidi rimane una sfida complessa perché molti dei componenti necessari per allestire questi dispositivi sono, di per sé, rigidi. Ora, i ricercatori della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) hanno sviluppato valvole morbide azionate elettricamente per controllare gli attuatori morbidi idraulici. Queste valvole potrebbero essere utilizzate in dispositivi assistivi e terapeutici, robot morbidi ispirati alla biologia, pinze morbide, robot chirurgici e altro ancora. La ricerca.
#Video
I robot sono progettati per essere veloci e precisi, ma la loro rigidità ha spesso limitato il modo in cui vengono utilizzati. In questa illuminante conferenza, l'ingegnere biomedico italiana Giada Gerboni condivide gli ultimi sviluppi della "robotica morbida", un campo emergente che mira a creare macchine agili che imitano la natura, come un polpo robotico. Queste strutture flessibili potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella chirurgia, nella medicina e nella nostra vita quotidiana.